mercoledì 16 gennaio 2013

Recensione: Resident Evil - Revelations (Nintendo 3DS)

In molti (incluso il sottoscritto) da troppo tempo attendevano che Capcom mollasse le atmosfere action e main-stream che hanno caratterizzato gli ultimi due capitoli ufficiali della saga survival-horror per eccellenza e, quasi come a darci il contentino, hanno pensato bene di soddisfarci con un titolo per console portatile. Non credo di essere il solo a pensare che, dopo aver finito e valutato il gioco, esso sarebbe dovuto venire proposto sulle console principali da casa per poter essere apprezzato in tutta la sua interezza, tuttavia bisogna accontentarsi del 3DS. Dico accontentarsi con un velo di ironia in quanto il gioco va a mostrare quella che probabilmente è la migliore qualità grafica mai vista in un anno di vita dell’ultima nata di casa Nintendo e che con questo gioco va ad ampliare ulteriormente la galleria dei giochi che VANNO acquistati a scatola chiusa!

Iniziamo subito con due cenni su trama e ambientazione: cronologicamente parlando siamo tra il 4° e il 5° episodio, la Umbrella Co. è defunta e i beniamini della saga, Chris e Jill, sono i membri fondatori di una associazione volta a contrastare le minacce bio-terroristiche in tutto il mondo, nota come B.S.A.A. Oltre a essa esiste un’altra commissione governativa addetta a simili questioni, la Federal Bioterrorism Commission (o FBC) che intrattiene rapporti freddi ma collaborativi con la BSAA; infine abbiamo la Veltro, un’organizzazione bioterroristica volta a far capire all’uomo quale minaccia esso ponga alla vita del pianeta tramite l’uso estensivo di BOW (armi bio-organiche), nonché causa della distruzione dell’immaginaria isola di Terragrigia in un terribile atto terroristico avvenuto un anno prima le vicende attuali. La narrazione iniziale è spezzettata cronologicamente e per maggior chiarezza la ripropongo: in una spiaggia europea di una non meglio nota città vengono rinvenuti degli esseri vagamente simili a enormi blob carnosi e per le indagini vengono chiamati gli agenti Jill Valentine (da sempre eroina della serie) e Parker Luciani (una new-entry nella saga precedentemente impiegato presso la FBC e migrato nella BSAA in cerca di maggior azione). Dopo alcuni minuti le indagini vengono fermate in quanto si viene a sapere che Chris Redfield (altro personaggio principale della serie) e Jessica Sherawat (introdotta in quest’ episodio e anche essa ex-FBC)sono andati dispersi in missione. I due agenti vengono dunque impiegati in una missione di soccorso presso le ultime coordinate note dei due agenti mancanti, vale a dire una nave da crociera chiamata “Queen Zenobia” attualmente alla deriva nel bel mezzo del Mar Mediterraneo.
Con queste premesse parte la storia del gioco, suddivisa in una dozzina di capitoli separati ognuno da un breve riassunto del capitolo precedente, quasi come a voler dare un taglio da serie televisiva a tutta la vicenda.
Parlando dei personaggi si può felicemente constatare che essi risultano accattivanti e abbastanza caratterizzati. I soggetti storici della saga mantengono la loro personalità e rimangono fedeli a loro stessi, mentre quelli introdotti sono comunque piacevoli e ben definiti, sebbene alcuni di essi potevano venire sviluppati meglio e resi meno stereotipati (ricorrente sarà l’uso di citazioni da parte della Divina Commedia, elemento che per conto mio va a inficiare negativamente sull’aspetto realistico del gioco), altri pur partendo da basi traballanti col proseguire dell’avventura acquistano una vita propria e rimangono impressi nella mente per le loro particolarità (alla fine sono arrivato ad adorare Parker e anche Jessica da semplice oca ha acquistato un po’ di colore emotivamente). Degno di nota è anche l’utilizzo di espedienti per dare un tocco quasi comico alla narrazione, riferendomi ai personaggi di Quint & Keith, i quali reagiscono alle situazioni presentate in maniera esageratamente leggera, spesso con battute o comportamenti al limite del demenziale, offrendo al giocatore una pausa mentale dopo i momenti sicuramente più stressanti affrontati negli altri capitoli. Una nota negativa va invece agli antagonisti umani della vicenda, secondo me troppo poco convincenti e aventi sottotrame che risultano essere poco serie e fini a se stesse. Nota a parte per i nemici comuni del gioco, vale a dire gli “Ooze”, esseri affini per movenze e pericolosità agli ormai celebri zombie, vale a dire comuni esseri umani venuti a contatto con un virus (denominato in questo episodio come “T-Abyss”), fusione dello storico T-virus della saga principale con un altro rinvenuto nelle profondità oceaniche. Tale particolarità conferisce ai nostri avversari movenze e caratteristiche acquatiche che ben si mescolano con l’atmosfera e danno quel tocco di grottesco che non guasta mai. I boss sono ben animati e offrono una sfida molto piacevole senza risultare ne troppo ostica ne troppo semplice, con l’unica nota negativa data dai loro nomi (“Draghignazzo”, ecc.) sempre ispirati alla letteratura dantesca.
Graficamente ci troviamo di fronte a un ottimo prodotto, nulla di particolarmente esaltante ma i modelli dei personaggi risultano molto ben definiti e le ambientazioni convincenti. Si può affermare che RE:R da un’idea delle capacità tecniche della console e quest’ultima ne esce a testa alta, anche in questo caso tuttavia il 3D si fa notare per la sua inutilità e per l’essere nuovamente fine a se stesso, non avendo riscontrato fasi in cui esso fosse propedeutico all’avventura al di fuori del mero valore estetico. Solito apprezzamento per il comparto audio, con colonna sonora azzeccata e piacevole e soprattutto l’ottimo doppiaggio italiano! Da cultore della saga ero un po’ scettico di fronte a questa scelta, tuttavia le voci italiane oltre a essere azzeccate per timbro, riflettono ottimamente la personalità dei personaggi, nello specifico la voce di Jill mi ha piacevolmente stupito mentre quella di Chris onestamente mi verrebbe da additare come la peggiore, ma comunque all’altezza.
La giocabilità è su ottimi livelli ma mi sento in dovere di consigliare al giocatore l’acquisto e l’uso del Control Pad. Io ho giocato solo su con esso e sono rimasto piacevolmente soddisfatto, controlli precisi su due analog mi hanno consentito di manovrare il personaggio senza troppi problemi, sebbene azioni particolari come la schivata abbiano una difficoltà di esecuzione a mio dire troppo elevata che ne ha pregiudicato in maniera drastica l’effettiva utilità. Nota negativa per i caricamenti tra una zona e l’altra, decisamente troppo elevati (durano anche 20-25 secondi). La longevità è abbastanza equilibrata: portare a termine la storia iniziale non richiederà più di una dozzina di ore, ma la rigiocabilità del titolo a difficoltà più elevate e soprattutto la modalità RAID renderanno l’esperienza durevole per mesi, considerando anche l’implementazione del multiplayer e la sempre gradita aggiunta di obiettivi interni al gioco.
In sintesi questo capitolo rappresenta una boccata d’aria fresca per i fan della vecchia trilogia. Situazioni nuove e personaggi inediti rendono questo titolo un obbligo per chiunque abbia una vaga familiarità con il franchise oppure per quelli che vogliono una giustificazione per acquistare l’ultima console portatile di casa Nintendo e sfruttarne in maniera decente le possibilità offerte. Per tutti gli altri è semplicemente un pretesto per passare alcune ore in compagnia di un gioco certamente non terrorizzante ma capace di elargire ore di sana tensione e divertimento.

Voto: 8.5/10

0 commenti:

Posta un commento

 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...