sabato 5 ottobre 2013

Recensione: Devil May Cry 4 (PC)

Devil May Cry 4 rappresenta l'ultima avventura del Dante prima del lifting che ha scatenato (a torto o a ragione) un vero e proprio vespaio tra i fan del figlio di Sparda. La saga pre-remake è stata ritenuta migliore e DMC4 ne rappresenta uno degli esponenti di spicco senza tuttavia mancare di scelte controverse o avendo comunque deluso una buona parte dei fan.

La trama si colloca cronologicamente dopo il primo DMC ma prima del secondo (e per i malati, dopo l'anime) ed è ambientata in una cittadina sotto il domino dell'Ordine di Sparda, setta religiosa devota al leggendario cavaliere oscuro che, ribellandosi al re dei demoni, salvò l'umanità chiudendo le porte dell'inferno con l'aiuto di una sacerdotessa diventata sua amante e madre della sua progenie. All'interno di questo gruppo religioso abbiamo Nero, il protagonista, un ragazzo con tante (troppe) caratteristiche che lo differenziano dagli altri partecipanti alla setta e le cui peculiarità (primo fra tutti un braccio di natura demoniaca) lo pongono in contrasto con molti confratelli e sopratutto col capo dei paladini dell'ordine, Credo. A complicare le cose si unisce quello che sembra essere un'attrazione reciproca tra il ragazzo e la sorella di Credo e una certa difficoltà del giovane a sottostare alle regole della chiesa. L'omicidio del gran sacerdote dell'ordine da parte di un uomo misterioso coi capelli bianchi e un cappotto rosso (!) mette in moto gli eventi che porteranno il giovane a scoprire una trama di tradimenti e corse al potere che potrebbero far crollare il mondo sotto il dominio dei demoni o addirittura peggio...

In sintesi si capisce che la trama di DMC4 non sia la ragione principale per cui il titolo andrebbe giocato, data la sua natura quasi filler e alcuni plot holes che ancora non sono riuscito a colmare. Tuttavia i personaggi storici della saga fanno il loro dovere e divertono il giocatore, primo fra tutti Dante. Giocoso, tamarro e sempre con un sorriso ironico, il figlio di Sparda risponde alle aspettative e si propone come un buffone per tutta la durata dell'avventura, snobbando il povero Nero e dando l'impressione che per quanto la situazione possa sembrare grave, lui abbia sempre tutto sotto controllo e ne approfitti per farsi beffe dei nemici (o addirittura citare shakespeare!). Tornano anche Trish e Lady, femmes fatales per eccellenza che purtroppo faranno solo comparse nelle scene intermedie senza dare un vero contributo in termini di gameplay. Le nuove leve a mio avviso non risultano attrettanto accattivanti: Nero si presenta come un ragazzotto serio e perennemente col muso ma con l'arroganza necessaria per farsi odiare in certi momenti dallo stesso giocatore (almeno così è stato per me). Con l'eccezione di Credo che in fondo dimostra un po' di profondità, il resto del cast sembra abbastanza flaccido e non rimane impresso a lungo nella mente. Non verrete lasciati a bocca aperta dallo svolgersi della vicenda, che nel gioco rappresenta l'unico pretesto per andare dal punto A al punto B (backtracking a go-go) facendo a pezzi qualunque progenie infernale vi si pari davanti nel modo più "stylish" a voi possibile.


La giocabilità si attesta su alti livelli, con l'introduzione di nuove meccaniche (primo fra tutti l'Exceed System che aumenta la forza dei singoli attacchi di Nero) e il consolidamento di quelle vecchie. Grande è stata la mia gioia nel rivedere tecniche come 'Dance Macabre' o 'Million Stab' nello splendore del nuovo motore grafico con animazioni più fluide e veloci. Tornano Rebellion e Yamato, spade ormai famose quanto lo stesso figlio di Sparda e vediamo l'introduzione di nuove armi fantasiose ed efficaci sia nel divertire il giocatore che nello spianare armate intere di demoni (una su tutte la valigetta che si trasforma in 666 armi diverse di cui  7 realmente utilizzabili). L'introduzione del Devil Bringer è un'altra piacevole aggiunta che, permettendo di afferrare e (fino a un certo punto) manipolare i nemici,  rende più varie le combo eseguite col nuovo personaggio e rende meno frustrante il fatto potremo controllare Dante solo per circa 1/4 dell'avventura.
Tornano anche le missioni segrete, spesso sorgenti di imprecazioni indicibili ma anche di grande soddisfazione. E' presente anche il Bloody Palace (ottenibile a campagna terminata) che vi vedrà affrontare ondate sempre più pericolose di Demoni, alle quali per sopravvivere avrete bisogno di tutta la vostra dimestichezza con le combo nonché una certa rapidità, complice anche un timer al termine del quale per il giocatore sarà gameover.
Infine notevoli le battaglie contro i boss, relativamente toste ma mai frustranti e che spingono il giocatore ad avere un certo tempismo, oltre che un minimo di tattica nello sfruttare le aperture del nemico, anche se nel caso di Nero vengono rese forse un po' troppo semplificate dal Devil Bringer che, una volta attivato, darà luogo a combo devastanti.

Tecnicamente valido (per un gioco uscito nel 2008), DMC4 rappresenta il culmine grafico della saga del Dante originale. Ambientazioni tutto sommato varie e ben caratterizzate con discreti effetti di luce e un'ampia gamma di opzioni visuali liberamente selezionabili per la versione PC (dove il titolo raggiunge il suo massimo splendore), non faranno gridare al miracolo ma appagano gli occhi, specialmente quando si passa a osservare le varie animazioni di combattimento dei due personaggi: fluide, immediate e piacevolmente veloci. Molto apprezzabili sono invece le animazioni facciali dei personaggi, realistiche e che ben trasmettono gli stati d'animo dei vari protagonisti inquadrati (Nero sempre musone, Dante sempre sfacciato e così via).
Si riscontrano gli storici problemi con l'angolazione della camera, che spesso si muove per conto suo o che nel cambio d'inquadratura tende a sfalsare i comandi, esempio: voi state andando in una direzione e, a causa del cambio di inqua
dratura, vi trovate a correre nella direzione opposta a quella iniziale. Decisamente fastidioso.



Sul piano del sonoro non ci sono note particolarmente negative. Le voci e i dialoghi sono ben fatti e il doppiaggio è molto coinvolgente, addirittura in certi casi caratterizzante del personaggio stesso (esempio lampante lo scienziato membro dell'Ordine, con un fastidioso tic vocale). La musica è sempre la stessa a cui ci siamo abituati nei capitoli precedenti, mix di metal durante i combattimenti alternato con cori sacri nelle fasi più tranquille, ormai un must per ogni DMC che si rispetti!

Siamo davanti a un capitolo che nessun fan della saga di Devil May Cry dovrebbe farsi mancare e, nonostante lievi sbavature a livello di trama e caratterizzazione dei personaggi, l'ultimo assaggio prima del reboot del franchise che, tristemente, pare essere arrivato al termine. Quindi in alto le spade per l'ultima gloriosa avventura del legittimo erede di Sparda. Jackpot!


Voto:
8.5

0 commenti:

Posta un commento

 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...